ALCUNE RIFLESSIONE SULL’ORGANIZZAZIONE SANITARIA

La situazione di forte emergenza, che stiamo vivendo, ci sta mettendo a confronto con alcune problematiche irrisolte che provengono da scelte strategiche compiute nel passato, che devono essere riviste a livello nazionale e regionale.

Un esempio può essere la situazione di difficoltà nel reperire i medici, anche a causa del numero chiuso nella facoltà di medicina, che di fatto ne ha diminuito in maniera notevole il numero  e la possibilità di coprire tutte le specialistiche. D’altra parte i dottori che stanno operando nel nostro territorio in questo momento, sia i medici della ASL che quelli di medicina generale, stanno facendo un lavoro incommensurabile di vicinanza ai cittadini e di sostegno alla rete ospedaliera, lavorando indefessamente e senza pause e per questo devono essere ringraziati e supportati. Sono un presidio importante che ha bisogno di sostegno e non di polemiche.

Come tutti sanno ci siamo battuti in più sedi, con la direzione della ASL e in Consiglio Comunale, affinché la Casa della Salute fosse collocata in un luogo pubblico, ma non possiamo non riconoscere il lavoro dei medici, degli infermieri e del personale chi vi opera. Le case della salute, nella nostra visione, devono essere di supporto al pubblico e la loro collocazione, dimensione, servizi erogati devono essere funzionali a questo obiettivo. La collocazione del servizio dei tamponi rapidi per gli asintomatici poteva essere rivista, ma il servizio in sé, come screening, era e rimane molto utile nel contrastare la diffusione del virus. Speriamo si trovi presto una soluzione per riprenderlo al più presto.

Compito delle forze politiche è pensare al sistema nel suo complesso e guardare al futuro, almeno quello prossimo, quando arriveranno significativi fondi finanziari. Due sono le priorità per realtà come la nostra: è necessario che la rete ospedaliera toscana non sia organizzata soltanto attorno alle eccellenze ospedaliere che vantiamo, ma vengano adeguatamente valorizzati gli ospedali di livello provinciale e di primo livello, come il nostro, che erogano il 95% delle prestazioni ordinarie e che rappresentano la risposta sanitaria più vicina ai cittadini. Altra priorità è il potenziamento dei distretti dotandoli di personale numericamente sufficiente per far fronte alle esigenze della comunità in modo che sia il pubblico a garantire il diritto alla salute. A livello di territorio sono indispensabili tutti quei servizi necessari alle fasce più deboli della popolazione, come le USCA, in modo da sostenere la necessaria continuità assistenziale.